Quando il disagio psichico diventa arte

di Laura Poggiani

24° Congresso Iberico di Astrologia, Alicante 2007

 


"Perché tutti gli uomini eccezionali, nell’attività filosofica e politica, artistica e letteraria, hanno un temperamento melanconico, alcuni a tal punto da essere perfino affetti dagli stati patologici che ne derivano?" (problemata XXX, nota inserita nel canone aristotelico). 


Il sottile confine che delimita la demarcazione tra creatività e disagio psichico costituisce un enigma che affascina ed inquieta il pensiero occidentale da millenni. 
Il disagio psichico può essere occasione per il paziente di giungere a contatto, pur nella sofferenza, con aspetti del proprio sé che altrimenti resterebbero ignoti, come sono ignoti alla maggior parte delle persone ritenute "sane". Numerosi studi sulla creatività sottolineano l’importanza dell’esperienza del disagio psichico per lo sviluppo di quelle attitudini immaginative e di innovazione che sono caratteristiche della produzione creativa.

Del resto, come ben sanno gli studiosi, la sindrome maniaco-depressiva è ricorrente negli artisti e nelle personalità creative. 

 
CREATIVITA’ E PSICOPATOLOGIA 
 
Si definisce creativo, fino alla genialità, chi è caratterizzato da originalità, eccentricità rispetto alla tradizione ed eccellenza nel produrre. Ricordiamo tra i molti artisti affetti da disagio psichico, il poeta e scrittore Cesare Pavese, il narratore americano Ernest Hemingway, il filosofo Walter Benjamin, il pittore Vincent Van Gogh, la scrittrice Virginia Woolf e nell’antichità i filosofi Empedocle, Socrate e Platone. Secondo un’ipotesi, il disagio psichico favorirebbe l’autoaffermazione. I maniaco-depressivi sembrano portati ad eccellere, soprattutto in campo letterario. Nell’anoressia nervosa si evidenzia una certa tenacia nel cercare di raggiungere i propri obiettivi e l’emergere in attività competitive quali la danza e la professione di modella. E’ stato dimostrato poi che soggetti depressi, non gravi, hanno una maggiore capacità di giudizio rispetto ai sani, soprattutto in situazioni ambigue.  


IL RUOLO DECISIVO DI MARTE 

Il pianeta Marte svolge un ruolo determinante, sotto il profilo energetico, in un tema natale. Caratteristica dell’espressione tipicamente marziana è infatti l’energia costruttiva, talvolta un po’ egocentrica, ma svincolata dal giudizio altrui. Quando il pianeta non canalizza le proprie energie in modo positivo, infatti, fa emergere sentimenti di rabbia, aggressione e distruzione. Tutto questo può essere rivolto contro se stessi o contro gli altri e, nel primo caso, costituisce una fonte potente di depressione. 

Dei 4 elementi (Fuoco, Terra, Aria e Acqua) in cui si suddividono i 12 segni zodiacali, l’Acqua, che simboleggia la vita, la sensibilità, è anche quello che più facilmente cade preda della depressione e non è sede facile per Marte. In questo elemento, infatti, il pianeta è simbolo di grande amore per l’acqua primordiale, si proietta nel futuro come sentimento di condivisione con gli altri delle proprie emozioni, vuole esprimersi nella collettività, nella quale vuole però muoversi autonomamente. In segno d’Acqua (Cancro, Scorpione e Pesci), Marte può sentirsi privato di energia, meno in grado di agire con la necessaria determinazione e potenza nel rapporto con gli altri dando così luogo alle forze contrapposte, tipiche dei disturbi bipolari: grande energia ed entusiasmo (Marte) da un lato e fiacchezza, depressione, avvilimento (elemento Acqua) dall’altro. Un altro fattore astrologico indicativo della cosiddetta depressione bipolare è dato anche da aspetti o collegamenti di Marte (energia) a Saturno (depressione). Se invece interviene Urano, si ha spesso uno sfondo di grandi cambiamenti o perdite, qualche volta malattie fisiche o una mancanza di appoggio sociale. Con Nettuno, intervengono invece problemi con alcol o abuso di medicina mentre con Plutone si attiva un grande potenziale autodistruttivo, che spinge il soggetto in modo totalmente inconsapevole verso scelte o azioni per lui lesive. 
In sintesi, un Marte sano esprime la sua personalità senza pensare a come gli altri sentono, sa quello che vuole e come trovarlo. Ma un Marte depresso è incerto riguardo ai propri obiettivi. Attraverso l’Acqua, Marte può iniziare ad esprimersi agendo come gli altri vogliono che agisca invece di fare ciò che vuole e questo è particolarmente vero per chi vive  sotto l’attenzione del pubblico.

 
LA PITTURA, QUANDO L’INCONSCIO SI ESALTA 
 
“La natura è il miglior modo per comprendere l’arte; i pittori ci insegnano a vedere” (Van Gogh)


Edvard Munch 

Il pittore, che senz'altro più di ogni altro anticipa l'espressionismo, nasce il 12 dicembre 1863 a Löten, in una fattoria norvegese, secondo di cinque figli. 
Dopo la morte della madre, appena trentenne, per tubercolosi, la sorella Karen, pittrice, stimola il talento artistico del piccolo Edvard, così come delle sorelle, che realizzano i primi disegni e acquerelli. 
Successivamente, anche la sorella prediletta di Munch, Sophie, muore di tubercolosi a quindici anni e questa esperienza, che toccherà il giovane Edvard nel profondo, verrà successivamente ripresa pittoricamente in diverse opere tra cui “La bambina malata” e “Morte nella stanza della malata”. Tristemente afflitto da una vita segnata dal dolore e dalle sofferenze, vuoi per le numerose malattie, che per i problemi familiari, inizia a studiare pittura. Nelle sue opere troviamo anticipati tutti i grandi temi del successivo espressionismo: dall'angoscia esistenziale alla crisi dei valori etici e religiosi, dalla solitudine umana all'incombere della morte, dalla incertezza del futuro al meccanismo disumanizzante tipico della società borghese.

La sua attività si fa intensa e inizia la collaborazione con il drammaturgo Ibsen, che proseguirà fino al 1906. In quel periodo si verifica un suo ricovero al sanatorio di Faberg per curare gli ormai cronici problemi di alcolismo. 
Nell'ottobre del 1908, a Copenaghen, inizia a soffrire di allucinazioni e ha un crollo nervoso. Ricoverato, trasformerà la sua camera in atelier e successivamente per il suo talento verrà nominato "Cavaliere dell'Ordine Reale Norvegese di S. Olav". 
Ancora in clinica, scrive il poema in prosa Alfa & Omega che illustra con diciotto litografie; grandi mostre di sue opere e stampe vengono organizzate a Helsinki, Trondheim, Bergen e Brema; diventa membro dell'Associazione degli artisti Mánes a Praga. Inizia a lavorare a un progetto di decorazione murale per l'Aula Magna dell'Università di Oslo ma,colpito da una grave malattia agli occhi, è costretto a un lungo periodo di riposo. Alla sua morte, il 23 gennaio 1944, lascia, come da testamento, tutte le sue opere alla città di Oslo. 
Sagittario con ben 3 pianeti in Scorpione (Venere, Giove e Marte), Munch ha un tema nel quale emerge proprio una bipolarità difficile da mediare. Da un lato l’introversione, la retrospezione, le tendenze depressive che derivano da una spiccata sensibilità, tipiche dei segni d’Acqua e dello Scorpione in particolare, lo porteranno a fissare sulla tela tematiche molto care all’ottavo segno dello Zodiaco quali la morte, il dolore, la sofferenza interiore (come nel celebre “urlo”) e lo condurranno in posizione di conflitto con la mentalità convenzionale dell’epoca. Dall’altro, l’attivismo, la fiducia nel futuro ed in realtà diverse e dagli ideali “più alti”, tipiche del segno del Sagittario nonché di un Giove ago della bilancia tra Venere e Marte, lo porteranno ad esprimere con grande forza ed energia il suo tratto artistico. Saturno in esaltazione in Bilancia, così come Marte nel suo Segno, lo Scorpione, ma in trigono a Nettuno, sono gli artefici di un continuo oscillare tra energia e depressione, tra la produzione artistica e il crollo energetico che caratterizzeranno tutta la sua vita nonché dei suoi problemi di alcolismo. 


Vincent Van Gogh 

Il famosissimo pittore olandese nasce il 30 marzo 1853 ed è un caso emblematico di artista dotato di grandissima sensibilità e geniale creatività. La sua esistenza è stata un viaggio nel "tormento dell’isolamento": incompreso e solitario nella sua esasperata ricettività del dolore, lucido e cosciente della propria malattia che era anche fisica, ma soprattutto dell’anima. Moderni studi psichiatrici hanno avanzato l’ipotesi che Vincent soffrisse di malattia bipolare o sindrome maniaco-depressiva conseguita geneticamente dalla famiglia e che affliggeva anche suo fratello Theo, al quale scriverà: “Per agire nel mondo, occorre morire a se stessi…L’uomo non sta sulla terra solo per essere felice, neppure per essere semplicemente onesto. Vi si trova per realizzare grandi cose per la società, per raggiungere la nobiltà d’animo e andare oltre la volgarità in cui si trascina l’esistenza di quasi tutti gli individui.” Ariete asc. Cancro, con Nettuno, Venere e Marte nel segno dei Pesci, Van Gogh avverte istintivamente il suo legame intimo con l’acqua e il mare, tanto da scrivere “A momenti, come le onde disperate si infrangono sulle scogliere indifferenti, un desiderio tumultuoso di abbracciare qualcosa.” Il disagio psichico di natura bipolare è emblematicamente segnalato, sotto il profilo astrologico, oltre che da Marte ancora in un segno d’Acqua, dalla sua posizione di “apice” in una doppia quadratura a Giove in Sagittario e all’asse Nodale in Gemelli/Sagittario. Proprio il glifo del Nodo Sud, del resto, compare come gesto istintivo nella firma, al posto della “V” del nome. Inoltre Mercurio, a 23° Ariete, è in quadrato pressoché perfetto all’Asc. Cancro. A tutto questo, si contrappone l’energia, l’attivismo e la positività tipica del elemento Fuoco nel quale troviamo, oltre al Sole e a Mercurio in Ariete, anche la Luna e Giove in Sagittario. Sono proprio i valori Sagittario che lo porteranno ancora a scrivere “L’uomo è uno straniero sulla terra e la sua vita un viaggio scosso dalle tempeste” mentre Marte-ferro lo porterà a dire “Cos’è disegnare? Come ci si arriva? E’ l’atto di aprirsi un passaggio attraverso un muro di ferro invisibile che sembra trovarsi tra ciò che si sente e che si può.” Una vita intensa e breve, carica di sofferenza che ha però dato luogo ad una produzione altrettanto vigorosa e sublime che ha consacrato Vincent tra i pittori più geniali del mondo.


Antonio Ligabue

Nasce il 18 dicembre 1899 a Zurigo e fin dalla più tenera età l’artista ha avuto un’esistenza difficile.  Alla nascita del primo fratellastro, Antonio Ligabue sarà infatti affidato a una famiglia mentre la vera madre e i suoi tre figli moriranno per aver ingerito del grasso avariato. Segnato da un rapporto conflittuale con la matrigna e da un padre violento e alcolizzato, appena può Antonio inizia a girare per i musei.  Inserito in un istituto di recupero dove spicca per l'abilità nel disegno e l'amore per gli animali, sarà espulso dopo appena due anni per cattiva condotta. Nel gennaio 1917,  dopo una violenta crisi nei confronti della madre adottiva, è ricoverato nella clinica psichiatrica di Pfafers e due anni dopo è addirittura espulso dalla Svizzera. Recatosi in Italia, vive come selvaggio nei boschi e vicino al fiume portando avanti un’esistenza di solitudine ed emarginazione; rifugiandosi nella pittura e in un rapporto particolare con gli animali con cui parla e da cui riceve affetto. E’ un rapporto speciale, quello che ha con la pittura, che è in grado di placarlo e di aiutarlo a mantenere la mente ferma. Trae ispirazione dal mondo che lo circonda, che stimola la sua fantasia, gli fanno da modello le figurine della liebig e un libro sui mammiferi che il suo amico veterinario gli regala. È scoperto da Marino Renato Mazzacurati, maestro della prima Scuola Romana che ne comprende l'arte genuina istruendolo all'uso dei colori ad olio e alla piena valorizzazione del suo talento, incontrando i primi favori della critica. Nel 1961 tiene una grande personale a Roma che ne segna il definitivo successo, dopo un'intensa attività creativa e tra il 1956 ed il 1962 esegue anche una serie di incisioni su lastra di zinco o di rame che firma sulla lastra, stampando cosi il nome a rovescio. 
Il Tema di Ligabue presenta un poderoso stellium nel segno del Sagittario (Sole, Mercurio, Saturno e Nettuno) al quale si aggiunge un ascendente che, agli ultimi gradi del Leone, estende la sua prima casa nel segno della Vergine, in stretta analogia, come il Sagittario, agli animali, grandi amici per buona parte della vita, dell’artista. La posizione del Sole è emblematica. Congiunto a Marte, indica iperattivismo ed energia. Congiunto a Saturno-depressione, causa i terribili sbalzi d’umore che, in virtù dell’opposizione di questi tre pianeti a Nettuno-fobia, possono anche essere tremendi e motivo dei suoi molteplici ricoveri. L’elemento Acqua è fortemente segnato dalla presenza della Luna in Cancro e Giove in Scorpione. La Luna, in particolare, è molto significativa in questo contesto: non solo segnala la triste infanzia di Antonio e il distacco dalla madre ma, affliggendo Venere-salute, è anche causa dei problemi di natura fisica dell’artista. 


CONCLUSIONI 

L’Arte in generale e la pittura in particolare, possono essere un valido aiuto per superare un disagio psichico che, se non grave o trascurato, può essere canalizzato positivamente? Proprio attraverso questo breve escursus sembrerebbe di sì ed in particolare nel caso di Ligabue, personalità forse in assoluto più problematica tra quelle analizzate, questa canalizzazione la si è ottenuta allorquando l’artista impara a “circoscrivere” il talento innato e passionale del proprio tratto artistico in una tecnica precisa, passando addirittura dalla pittura ad olio a quella dell’incisione su zinco e rame (il rame è in analogia a Venere, collocata in 5° casa e in aspetto positivo al MC mentre lo zinco è associato ad Urano, positivamente e creativamente congiunto a Mercurio-manualità). Se l’elemento Acqua è evidenziato in tutti i temi analizzati, ospitando prevalentemente Marte o pianeti importanti come la Luna, è il segno del Sagittario a farla da padrone, sottolineando un ciclo sinusoidale che, dall’apatia recettiva tipica dell’elemento Acqua, trasporta l’artista verso un apice di creatività vulcanica ed esplosiva, che “fissa” l’introspezione immaginativa e la recettività delle sensazioni latenti fino a quel momento, per poi tornare ancora una volta ad ascoltare se stessi e le proprie inquietudini. 


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