Astrologia Karmica

Un trottolio nel passato onnipresente


di Meskalila

 

IL MOVIMENTO KARMICO 


In questo articolo, vorrei presentarvi l’origine dell’Astrologia karmica, laddove per origine non s’intende una verità dogmatica e inconfutabile ma tra le tante teorie esistenti, quella trasmessa dalla mia Scuola di provenienza, unitamente alla pratica dei principi che ne caratterizzano l’orientamento, cui si aggiunge l’integrazione delle successive esperienze ed elaborazioni personali. Mi piacerebbe viaggiare con voi, attraverso il potere della parola Ayanamsa. Il termine Ayanamsa è formato da Ayana-viaggio e Amsa-parte-frazione. Ricordando la teoria dei frattali, prendiamo un frammento del percorso e in esso troveremo le caratteristiche dell’intero viaggio. Inizieremo questa breve esperienza, attraverso la sintonia con il trottolio Āyanamsa, cercando di comprendere l’Energia della Terra, della Luna e del nostro corpo, attraverso un sacro diagramma, la cui energia ci guiderà a costruire le linee dei pianeti di base che, a loro volta, riconducono al numero sacro: il Nove. Per eseguire questo percorso, v’inviterei ad allontanarvi, temporaneamente, dagli schemi personali di riferimento zodiacale, così da sperimentare un differente pensiero astrologico. Ci basterà uscire, simbolicamente, dal sistema tropicale, al fine di sintonizzarci con il movimento dell’Ayanamsa. Si tratta di retrocedere, per un attimo, in una dimensione mentale un po’ più arcaica ma di potente impatto, grazie ad una buona connessione con il pensiero divergente, rappresentato dal numero Nove e dalla Casa Nona, sito del Dharma, della meditazione, dell’intercultura e del viaggio. Attraversando la Casa, troveremo il coraggio di compiere il temporaneo viaggio nel passato. Lo strumento per accompagnare questa retrocessione in Nona è un ciclo respiratorio di nove inspirazioni. Naturalmente, non appena la conferenza avrà termine, ognuno potrà tornare ai suoi riferimenti zodiacali. Del resto, la diversità tra i due Zodiaci non implica la reciproca delegittimazione ma un diverso orientamento e una visione della stessa realtà da una differente angolatura. L’Āyanamsa è la distanza precessionale degli Equinozi. Le teorie sulla data di coincidenza tra lo Zodiaco siderale e quello tropicale sono varie. Ogni scuola propone la propria Ayanamsa ma la differenza tra le une e le altre consta di pochi secondi. Il governo indiano ha scelto l’Ayanamsa di Lahiri, come convenzione ufficiale per rappresentare la data di coincidenza. L’Ayanamsa è raffigurata, fisicamente o graficamente, da una spirale che indica l’oscillazione della Terra sul suo asse. Tale movimento rappresenta, a sua volta, la ciclicità del tempo. Ogni ciclo è costituito da una rete in cui qualunque attimo del presente è connesso al passato. Dall’incrocio del passato con il presente si delineano le maglie del futuro. La sinergia di queste tre misure di tempo rende possibile il movimento e la flessibilità dei limiti al libero arbitrio che, a sua volta, è considerato una reazione all’Ayanamsa. Lo specchio dell’Ayanamsa è l’immagine mobile della Luna che, con le sue fasi ben visibili, è il corpo celeste in cui meglio si riflette il gioco del tempo e con esso, il Karma. Il movimento della Luna rappresenta le emozioni, chiamate in sanscrito Bhāva, termine che indica, inoltre, l’esistenza fenomenica, gli impeti del cuore e gli impulsi della mente. In Astrologia, il termine Bhava designa le Case, quali aree d’azione per i Segni e i Pianeti. La Luna, visitando le Case, esprime una determinata emozione e risponde a quella dell’eventuale abitante.In senso karmico, il trottolio Āyanamsa è il simbolo di un qualsiasi movimento o spostamento, capace di attivare le antiche impressioni karmiche, dette samshkara, celate nella coscienza individuale ma anche in quella collettiva. Gli astrologi tantrici rappresentano questo spostamento in forma grafica, attraverso la costruzione e la meditazione su di uno speciale grafico che racchiude in sé il segreto del Karma individuale, universale e divino. Vi sono infiniti modi di costruire questo diagramma ed esistono Scuole che centrano il loro insegnamento sulla conoscenza e la pratica di questa sacra geometria. Tutte le scuole concordano sul principio d’identità tra la Divinità, il Cosmo, l’essere umano e il sistema planetario. In questa sede, noi c’interesseremo solo della parte strettamente astrologica di questo sacro Disegno.

 

IL COSMO, IL CORPO UMANO, I PIANETI


Secondo l’Astrologia karmica, l’intero Cosmo, comprese le galassie, le stelle, i pianeti e tutto ciò che esiste, in qualsiasi forma, è contenuto in scala ridotta nel tessuto terrestre. Tutto ciò che esiste nella struttura terrestre, esiste in dimensioni ancora più minuscole nel corpo umano, le cui energie principali sono rappresentate dal Sole e dalla Luna, attraverso le due Nādi, Idā e Pingalā. Le Nādi o arterie sottili del corpo umano sono più di 72000 e attraverso di esse circola Prāna Shakti, l’Energia vitale. La Nādi più importante è Susumnā, l’asse centrale che, partendo dalla zona tra l’ano e i genitali, arriva all’altezza alla testa; al suo interno vi sono i Chakra che richiedono uno studio a parte da trattare, magari, in una prossima occasione. Attorcigliate intorno a Susumnā si trovano Idā, la Nādi lunare e Pingalā, quella solare; entrambe sono attivate dalla respirazione. Susumnā è il canale energetico che funge da sostegno per il corpo umano e le sfere celesti. Nel Cosmo, essa è rappresentata dal monte Meru, il cosiddetto asse dell’Universo. Nel corpo umano, la Nādi centrale è presente all’interno della colonna vertebrale, che costituisce la sua corrispondenza fisica. Nel globo terrestre e negli altri corpi celesti, Susumnā è simbolizzata dall’asse di rotazione. In tutte le tre dimensioni, quest’asse è tanto potente quanto invisibile.

FIG 0.1Considerato come l’isola delle nove gemme preziose, con le sue nove aperture (2 orecchie, 2 occhi, 2 narici, la bocca, l’organo sessuale, l’ano), il corpo umano è identificato al Chakra Navagraha. Il corpo sottile o astrale è rappresentato dalle 27 Nakshatra (asterischi o dimore lunari). La cintura zodiacale rappresenta, invece, il corpo del Kalapurusha, ossia della Divinità primordiale nella sua forma cosmica e in quella individuale o del corpo causale. L’insieme dei tre corpi è contenuto nello Yantra o Chakra che racchiude in sé il segreto del Karma e verso il cui centro stiamo per viaggiare.


COSTRUZIONE DELLA MAPPA PER IL VIAGGIO


v Incominciamo dall’impalcatura, dall’asse centrale. Disegniamo un cerchio di qualsivoglia grandezza. Tracciamo un diametro verticale e dividiamolo in 48 parti uguali (48 = 12 segni zodiacali + 27 Nakshatrā + 9 pianeti).  

v  Incominciando a contare dal primo in alto, marchiamo i seguenti punti : 6, 12, 17, 20, 23, 27, 30, 36 e 42... Da questi punti, tracciamo delle linee orizzontali che tocchino la circonferenza, per un totale di nove segmenti.  

v Numeriamo le linee nell’ordine dal basso verso l’alto. All’esterno, scriviamo il nome del pianeta corrispondente. Dai due estremi di ogni linea, cancelliamo le parti, secondo le seguenti proporzioni: 

Ketu Linea 9: 1/16Rāhu Linea 8: 5/48Saturno Linea 7: intera
Venere Linea 6: 1/3
Giove Linea 5: 3/8
Mercurio Linea 4: 1/3Marte Linea 3: intera
Luna Linea 2: 1/12
Sole Linea 1: 1/16 
La figura che otteniamo è la seguente:FIG.3
N.B. La terza e la settima (Marte e Saturno), restano intere.

DA QUESTO MOMENTO, INIZIANO I NOVE PASSI DEL CAMBIAMENTO PLANETARIO.

1) Unire gli estremi del Sole (1) con il centro di Saturno (7). Il cuore e le ginocchia. Inizio dei triangoli maschili.

2) Gli estremi della Luna (2) con il centro di Ketu (9). Il grembo e il naso.

3) Gli estremi di Marte (3) con il centro superiore della circonferenza. La fronte e l’orizzonte. 

4) Gli estremi di Mercurio (4) con il centro di Rahu (8). La lingua e le ossa.

5) Gli estremi di Giove (5) con il centro di Marte (3). La flemma e la fronte. Inizio dei triangoli femminili.

6) Gli estremi di Venere (6) con il centro della Luna (2). La pelle e il grembo. 

7) Gli estremi di Saturno (7) con il centro inferiore della circonferenza. Le ginocchia e il confine.

8) Gli estremi di Rahu (8) con il centro del Sole (1). Le ossa e il cuore.

9) Unire gli estremi di Ketu (9) con il centro di Mercurio (4). Il naso e la lingua.  

FIG.6Abbiamo, così attivato le energie comunicative dei pianeti e la comprensione delle loro corrispondenze. L’ultimo contatto, infatti, avviene attraverso Mercurio. Ad ogni pianeta è stata associata una delle corrispondenti parti del corpo. Ve ne sono anche altre. Volendo, nel corso della preparazione, si possono visualizzare o toccare le parti del corpo associate alle linee di congiunzione che formano i lati dei triangoli.Adesso, manca ancora la parte periferica, quella che permetterà l’entrata o l’uscita dal diagramma, al momento della meditazione.Circoscriviamo un cerchio alla circonferenza disegnata all’inizio. Dividiamo il cerchio in otto parti uguali e disegniamo otto petali. All’esterno dei petali, disegniamo ancora un cerchio e dividiamo la circonferenza in sedici parti uguali. Disegniamo sedici petali simmetrici.

All’esterno della sfera con sedici petali, disegniamo tre cerchi concentrici. In periferia, disegniamo tre quadrati, l’uno inscritto nell’altro. Ai quattro lati di ciascun quadrato, cancelliamo una parte centrale per formare la porta, così da ottenere quattro porte per ogni quadrato, per un totale di dodici porte. (I dodici segni zodiacali). Abbiamo tracciato il Bhupura, l’entrata o l’uscita dalla Terra (Bhu) o dal sistema solare d’appartenenza.Ecco il quadro finale: lo Śri Yantra o Śri Chakra.

FIG.7 L’intreccio delle linee rappresenta il gioco di creazione, protezione e assorbimento dell’Universo.

LO ŚRI CHAKRA E I PIANETILa disciplina che si occupa delle pratiche inerenti allo Śri Yantra si chiama Śri Vidyā che, oltre alla sostanza delle forme, studia anche la natura dei numeri. La sacra geometria dello Śri cela i segreti della Dea, dell’Universo, del Karma e del singolo individuo con il suo tema astrale. Da questo diagramma nasce, si conserva e si trasforma ogni singola e collettiva realtà, grazie all’energia del triplice respiro, quello umano, quello cosmico e quello divino. Nel contesto astrologico, Śri Yantra rappresenta il movimento dei pianeti e il loro intreccio con l’esistenza umana. Lo Yantra disegnato, contemplato e meditato, secondo una ritualità sincera e consapevole o con naturale curiosità, s’illumina ed apre le porte del Cosmo. Nel corso del viaggio planetario, il Cosmo che si manifesta al singolo individuo è la sua stessa natura in tutte le possibili sfaccettature, ossia il microcosmo espresso nella media di 21600 respiri quotidiani.Il numero 21600 è molto importante in Śri Vidyā perché in esso è contenuto il simbolo dello Yantra, il Nove. Oltre al numero giornaliero di respiri che un essere umano dovrebbe compiere, 21600 rappresenta la suddivisione dello Zodiaco in primi (360° x 60 = 21600’). Tutti i suoi sottomultipli portano alla consapevolezza dello Śri yantra. Il sottomultiplo più sacro e potente è 108 la cui sintesi finale è 9 (prima potenza del 3), simbolo dell’insieme planetario e dei triangoli primari che formano lo Yantra. Il nove rappresenta il primo o l’ultimo passo dall’individualità alla dimensione cosmica.  .Lo Śri Yantra, infatti, è formato da una serie di nove triangoli che vibrano intorno al Bindu, il punto centrale, simbolo dell’unione degli opposti. Cinque sono i triangoli femminili con il vertice in basso e quattro i triangoli maschili con il vertice in alto. La base d’ogni triangolo rappresenta un corpo celeste, nato dal grembo della Dea che presiede allo Yantra: Lalitā Mahātripurā Sundari. L’insieme delle nove basi planetarie, forma il Chakra dei Navagraha. Intrecciandosi, i nove triangoli formano un insieme di 43 nuovi triangoli. All’esterno dell’insieme di triangoli vi sono due cerchi con petali di loto. Ancora più all’esterno vi sono altri tre cerchi che rappresentano la cintura del cosmo ed all’esterno periferico, vi è un quadrato trilineare, detto Bhupura. Il termine deriva dalla radice Bhu, la Terra, e Pura, ossia l’intero, come regione definita dello spazio. Il Bhupura è l’entrata o uscita graduale dalla dimensione cosmica ed è formato da tre quadrati inscritti l’uno nell’altro. Ogni quadrato è munito di quattro porte, una per lato. L’insieme dei tre quadrati rappresenta l’orizzonte tra la dimensione terrena e quella celeste. Nello stesso tempo, i quadrati sono i confini del nostro sistema solare e sono delimitati dai tre pianeti transpersonali, Urano, Nettuno e Plutone. Questi pianeti accompagnano l’individuo all’entrata o all’uscita dalla dimensione terrestre e individuale. Per la pratica, lo Yantra va orientato ad Est. La meditazione sullo Yantra può avvenire in due modi, dall’esterno all’interno o viceversa. L’entrata o l’uscita può avvenire da una delle quattro porte del Bhupura, il quadrato-confine tra l’Io e il Tu, il singolo e la collettività, l’Individuo e lo Spazio, la Terra e l’Universo, l’Umano e il Divino. Una volta disegnato il Diagramma, per effettuare il rito del passaggio, all’inizio della meditazione, bisogna eseguire un giro completo intorno al quadrato, scegliendo la porta da cui entrare. Ogni porta è associata ad uno specifico Elemento e rappresenta una delle dimensioni possibili per afferrare le ombre e le luci della vita, attraverso il Karma. Se volete, prima ancora d’iniziare l’esperienza meditativa e di conoscere le corrispondenze, potete scegliere subito uno dei quattro punti cardinali da cui partire. Tra qualche istante, attraverso la descrizione delle corrispondenze, scoprirete la funzione del punto scelto per rapporto agli eventi di questo periodo della vostra vita.La porta che si vede in alto rappresenta l’Est (la porta del Sole e dei mantra); il Nord si troverà a sinistra (Porta della Luna e della conoscenza). Il Sud è a destra (Porta degli Avi e della devozione). L’Ovest si trova in basso (la porta del Signore dell’Acqua e dei riti sacri).

Una volta completato il disegno, si può meditare, viaggiando attraverso una differente ripartizione dello Śri yantra, in nove Chakra o circuiti. Iniziando dall’esterno, il primo circuito o Chakra è il Bhupura con i tre cerchi; il secondo è l’insieme dei 16 petali; il terzo è l’insieme con gli 8 petali, dove termina la fase introduttiva; il quarto da cui inizia il vero viaggio verso il Bindu, è il circuito con i 14 triangoli; il quinto circuito contiene i 10 triangoli più grandi; il sesto i 10 triangoli più piccoli; il settimo gli 8 triangoli; l’ottavo è formato dal triangolino centrale e il nono è rappresentato dal Bindu che è la parte più segreta dell’intero diagramma. L’immagine che segue è solo un particolare dello Śri Yantra, ma ci aiuterà a focalizzare meglio l’insieme dei 45 triangoli (14+10+10+8+1) che conducono al Bindu. Ho evidenziato i circuiti dai quali inizia il viaggio verso il centro, con colori diversificati, così che si possano vedere meglio i passaggi.

La visione del Diagramma completato sarà un momento d’intenso piacere che potrà già bastare come prima esperienza. Coloro che vorranno praticare la meditazione astrologica sul Chakra, possono farne il disegno e poi meditarvi nell’ottavo e nel quattordicesimo giorno lunare della quindicina chiara. Una regola importantissima è di non tenere lo Yantra sospeso ad una parete, come fosse un quadro, ma di posarlo su di un supporto. Al momento della meditazione, lo si posa a terra su di una stoffa naturale o su di un sostegno di materiale non sintetico.Il colore dello Yantra e delle sue varie parti, dipenderà da ciò che sarà emerso, mentre eseguivamo il disegno. Ognuno si farà ispirare dalle emozioni affiorate durante l’esperienza personale e dall’intreccio della stessa con gli eventi correnti della propria vita. In caso di mancata ispirazione, si possono abbinare i colori alle qualità del pianeta prescelto. Per il periodo che io sto vivendo, in questa fase, ho scelto i seguenti colori: 

FIG.9Il viola è per l’ottavo giorno lunare e il blu per il quattordicesimo. In India, alcuni astrologi, sacerdoti e devoti, incidono lo Yantra su di una lastra composta di cinque metalli: oro, argento, rame, ottone e stagno. Altri lo costruiscono in dimensioni ridotte per indossarlo, insieme con un mantra e con alcune sillabe. Lo Śri Yantra è uno strumento d’evoluzione karmica di potentissimo effetto. L’averne condiviso i principi, anche nello spazio di due ore, pur senza l’obbligo di continuarne la pratica, significa aver piantato un seme benefico nel nostro inconscio. Questo seme è rappresentato da una semplice sillaba. Vi è una sillaba segreta nascosta nel Bindu ma ognuno di voi può scegliere, all’istante, la propria sillaba e conservarla come frutto del viaggio appena fatto. La sillaba è la matrice personale delle 51 lettere dell’alfabeto sacro. Le 51 lettere dell’alfabeto sacro costituiscono l’energia del linguaggio e rappresentano le 48 parti dello Zodiaco siderale, insieme alle tre espressioni terrene del tempo cosmico.


LE BASI DELL’ASTROLOGIA KARMICA


Completato il movimento di retrocessione e avviato il nuovo processo di pensiero, vorrei concludere con una sintesi, delineando le premesse hindu, i presupposti karmici che sostengono il procedimento ed infine, l’apporto personale che, unitamente ai precedenti punti, costituisce il metodo da me elaborato.

PREMESSE HINDUA) L’Astrologia è strettamente connessa ai numeri e alla loro posizione. B) Lo Zodiaco siderale o Nirāyana, è basato sulla Precessione degli equinozi ed i segni corrispondono alle costellazioni. Ogni Segno rappresenta una guida specifica verso il sentiero della realizzazione. C) La classificazione dei pianeti non segue l’ordine di vicinanza al Sole o alla Terra ma si basa sulla numerologia insita nella classificazione dei giorni della settimana, iniziando dalla domenica, giorno del Sole.D) I Raśi o Segni zodiacali, all’origine, erano i Riśi, gli antichi saggi che, una volta completato il loro Karma, invece di unirsi all’Infinito, decisero di guidare gli umani sul cammino dell’evoluzione. Poiché ogni cambiamento è accompagnato dalla trasformazione del linguaggio, la prima sillaba RI, si trasformò in RA, radice di dono. E) I pianeti, compresi Rāhu e Ketu, sono nove e formano un chakra detto Navagraha.F) Ogni Graha o Pianeta è una Divinità con il suo aspetto, il proprio mantra, la sua rappresentazione grafica e i propri simboli. Graha significa toccare, prendere, afferrare. I pianeti sono considerati energie personificate che con il loro tocco, così come fanno gli individui, interagiscono ed entrano in contatto. Dalla parola Graha deriva Grahana, il termine che designa l’Eclissi. G) Ogni pianeta, di là dalla sua natura sessuale, possiede qualità maschili, femminili o neutre, secondo la parte caratteriale che prevale. Ad esempio, Chandra il Dio della Luna è maschio ma la sua natura è molto femminile. H) Rāhu e Ketu, il Nodo nord e il Nodo sud, essendo energie personificate, hanno la stessa natura siderea degli altri sette pianeti e sono anch’essi Entità divine. I) Nella dimensione oscura sono presenti nove pianeti ausiliari, chiamati Upagraha; ognuno è un satellite che fa da ombra al corrispondente pianeta in luce.J) Urano, Nettuno e Plutone non sono presi in considerazione dagli astrologi classici.K) Oltre ai Segni ed ai Pianeti, esistono 27 Nakshatrā, le costellazioni o case della Luna, personificate da Divinità femminili. Le Nakshatrā equivalgono al passo giornaliero medio della Luna. Ognuna ha le proprie caratteristiche, un pianeta reggente, una forma, ecc.L) Ogni Segno zodiacale è dominato da due Nakshatrā e un quarto, ed è questa la prima sostanziale differenza tra persone dello stesso Segno. M) La Luna determina il Segno d’appartenenza e rappresenta la natura dell’individuo, quella originale con la quale si nasce.PRESUPPOSTI KARMICI

a. I mondi sono molteplici, così come sono svariati gli individui e gli universi. b. Lo Zodiaco siderale, come il corpo umano con il suo ciclo respiratorio, è basato sul gioco di luce e ombra tra Luna e Sole, tra Ida e Pingala.c. Gli Elementi sono cinque e non quattro. Il quinto è l’etere che pervade, dà consistenza e vita agli altri quattro. d. I punti basilari del Tema siderale sono 48: 12 segni zodiacali, nove pianeti e 27 Nakshatrā.e. La Luna rappresenta lo specchio della Creazione ed è il primo settore di riferimento karmico. La Luna resta se stessa, attraversando un continuo ciclo di cambiamenti, così come accade alla nostra essenza, il corpo causale, nel corso delle reincarnazioni.f. Vi è una corrispondenza sottile tra l’alfabeto sacro, lo Zodiaco e le forme dello Śri Yantra. Le 51 lettere dell’alfabeto sacro sono strettamente connesse ai 48 punti dello Zodiaco siderale e alle tre misure di tempo: passato, presente e futurog. Le 27 Nakshatrā o asterischi o dimore lunari sono di preminente importanza nell'Astrologia karmica. Ad ognuna corrisponde una Dea o un archetipo femminile che caratterizza una determinata fase dell'evoluzione cosmica, terrestre e umana, oltre che individuale. h. Ognuno ha la sua stella, la Parte karmica da cui iniziare l’analisi del Tema, ossia la Jānma Nakshatrā: il grado in cui si trova la Luna alla nascita, corrispondente ad una determinata Nakshatrā. Questo punto esprime la prima sostanziale differenza tra due o più persone di uno stesso segno. i. I Nodi lunari, Rāhu e Ketu, sono i punti più legati al Karma. Rāhu indica all’individuo il tipo d’evoluzione possibile nella vita corrente e i contenuti del subconscio più funzionali alla ricerca. Ketu indica i nodi che nella trama delle trascorse vite, hanno programmato il tipo d’evoluzione da cercare e le parti della consapevolezza da attivare come strumenti per l’immersione nel profondo. j. Il numero Nove rappresenta il Dharma e con esso il primo distacco dall’individualità per dirigersi verso la dimensione cosmica. Il primo passo verso questa fase è l’accettazione di tutto ciò che è o appare diverso da noi. k. I pianeti retrogradi indicano un passo indietro nella storia antecedente, causando la regressione e l’esperienza del dejà vu. Il salto indietro può portare in superficie impressioni o samshkara di un’esistenza precedente ma anche della vita attuale.  

APPORTO PERSONALEv L’Astrologia karmica non ha come obiettivo principale la descrizione di vite passate, ma propone una chiave d’accesso alla propria evoluzione, anche grazie ad apporti derivanti dalle reti del passato karmico.v Rāhu aiuta a comprendere la natura e l’origine degli evitamenti. Ketu aiuta a focalizzare le zone in cui l’attaccamento o la difesa si tramuta in blocco evolutivo. Durante la meditazione astrologica, quando s’inizia dall’esterno dello Yantra e si attiva Ketu, avviene subito un’immersione nel profondo, con il risultato di attivare Rāhu e le relative risorse sommerse. v Il Punto Vertex indica il potere del desiderio ed il suo prezzo. Ogni nascita, oltre che ai samshkara, è legata ad un desiderio, espresso o inespresso, che modella in germe il progetto della vita successiva. Nella vita corrente, il desiderio ignorato o negato, può provocare una repressione che si tramuta in resistenza al cambiamento. La resistenza si evidenzia nel modo di rispondere agli eventi esterni, agli incontri e alle relazioni fortuite. Quando il Vertex si attiva, un’influenza esterna o un incontro può sconvolgere i nostri schemi. Tale perturbazione, lasciandoci privi di sostegno, può permetterci di focalizzare il desiderio inatteso e la sua origine. Il Punto Vertex è una specie di mappa segreta in cui sono contenute le istruzioni preliminari per la realizzazione del nostro progetto esistenziale. v La Parte di fortuna rappresenta l’insieme degli strumenti necessari per attuare le istruzioni del Vertex e la realizzazione del proprio piano d’esistenza. v Prendere consapevolezza del dolore, localizzando la zona in cui si manifesta, ci dà la possibilità di trovarne le origini e stabilire la cura. Conoscere la posizione di Chirone equivale a scoprire la parte di sé da accettare, curare, integrare e attivare, da un lato. Dall’altro, la posizione serve ad individuare le aree d’attaccamento nocivo da sciogliere o da abbandonare perché ormai obsolete e poco funzionali alla nuova realtà. Le due azioni costituiscono i supporti per i necessari cambiamento, così come per il consolidamento della propria identità, anche in base alle sofferenze derivanti da altre vite.v I tre pianeti transpersonali, Urano, Nettuno e Plutone, sono energie esterne, derivanti dall’apporto della coscienza collettiva o ambientale e perciò, sono legati alle limitazioni del Kanchuka Niyati, la corazza limitante che rende meno flessibile il libero arbitrio. L’analisi dei tre pianeti e l’attivazione individuale delle loro energie, attraverso la meditazione, la formazione personale, la psicoterapia, il Counselling o altro, aiuta l’individuo a trovare la sua posizione negli eventi d’origine ereditaria, ambientale, sociale, storica e cosmica. La consapevolezza dei processi personali legati a tali energie, costituisce la qualità del contributo individuale al benessere collettivo e viceversa.v Plutone e Lilith sono le ombre che aleggiano nel nostro inconscio. Il primo rappresenta l’ombra collettiva in cui si manifestano le influenze del ciclo planetario, dell’evoluzione umana, degli avi e di tutte le varie entità che noi stessi siamo stati nel corso delle varie esistenze. Quest’ombra definisce, accentua, diminuisce o blocca il potere personale. Lilith è la selezione naturale delle influenze dell’ombra collettiva con la condensazione di quella che, prendendo il sopravvento, domina l’inconscio, secondo una configurazione strettamente personale. .v La Nona casa è un elemento karmico di principale importanza e rappresenta la prima reazione d’accettazione, disinteresse o rigetto verso ciò che è differente, compresa la prima reazione nei confronti della nascita e la prima reazione nei confronti della morte; la qualità di queste reazioni si evidenzia nel modo istintivo in cui si reagisce nei confronti delle differenze culturali o di qualsiasi altra diversità. v La sinastria relazionale è un interessante settore dell’Astrologia karmica. A volte, una persona importante della vita presente, può essere un individuo che ha avuto un ruolo importante in una trascorsa esistenza e perciò, l’interazione può favorire la reciproca evoluzione karmica o il completamento di storie interrotte. Non sempre, però, la persona che attiva il flusso karmico corrisponde a qualcuno che abbiamo conosciuto in un’altra vita e a volte, si proiettano sul soggetto le caratteristiche di un’antica ma estranea figura. Può trattarsi di riverberi del passato karmico; tale persona ci rimanda a qualcuno che le somigliava in qualche cosa. Oppure, può trattarsi di una persona su cui proiettiamo un personaggio importante della nostra vita attuale. In tutti i casi, l’individuo che riflette la proiezione, fa da gancio, affinché, attraverso la relazione sia possibile un reciproco passo verso la consapevolezza o il superamento di alcuni impedimenti. 

A questo punto, il viaggio termina ed ognuno può ritornare ai propri riferimenti, portando con sé i sentimenti e le sensazioni vissute durante il percorso. La sillaba e il diagramma saranno la testimonianza interiore o il ricordo di quest’esperienza autunnale.

 


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